Giro d’Italia 2019, rinnovo con la RAI più vicino: il CDA autorizza a rinegoziare i diritti TV
A che punto sono le trattative fra RAI e RCS Sport per il pacchetto ciclismo? L’impressione è che la situazione stia andando nella direzione auspicata per avere ancora, quantomeno per i prossimi due anni il Giro d’Italia e le altre grandi corse sulla televisione di stato. Un primo segnale positivo è arrivato già con l’annuncio della diretta televisiva del Trofeo Laigueglia 2019, corsa sì appartenente al pacchetto della Ciclismo Cup, ma anche queste trattative erano state messe in dubbio nel caso in cui la RAI non avrebbe avuto i diritti di trasmissione della Corsa Rosa. Anche perché, se a produrre e distribuire tutta la rassegna è PMG Sport, non di rado almeno parte dei mezzi tecnici erano forniti dall’emittente nazionale.
Altro importante passo avanti è arrivato durante l’ultima riunione del Consiglio di Amministrazione, presieduto dal presidente Marcello Foa, che approvato il budget per quest’anno discutendo inoltre anche il piano industriale pluriennale. In questo contesto è dunque arrivata l’autorizzazione a negoziare con la RCS Sport l’acquisizione dei diritti multipiattaforma del Giro d’italia e di altre manifestazioni ciclistiche per le stagioni 2019 e 2020. Tutt’altro che una formalità dunque quella decisa dai vertici aziendali, che avendo definito il budget annuale, hanno anche stabilito una nuova cifra da offrire ad Urbano Cairo.
Il presidente di RCS negli ultimi anni sta cercando di valorizzare sempre più il suo prodotto di punta per quanto riguarda la parte sportiva, con il dichiarato obiettivo di avvicinarsi agli incassi generati da ASO per la vendita dei diritti del Tour de France. La cifra della Grande Boucle è ancora lontana, ma dall’arrivo del presidente del Torino la situazione è cambiata e, ad ogni rinnovo del contratto, riparte una trattativa che lascia con il fiato sospeso gli appassionati di ciclismo.
Secondo quanto riportano alcune fonti, tuttavia, l’offerta RAI potrebbe essere addirittura più bassa di quella degli anni passati. Se nel biennio 2017-2018 l’investimento era stato di 25 milioni, da Viale Mazzini ci sarebbe l’intenzione di portare a 20 milioni il proprio investimento. Seppur lontanissimo dalla richiesta, ovvero circa 40 milioni, l’assenza di altri broadcaster interessati sarebbe in favore del servizio pubblico, con l’ipotesi La7 che sembrerebbe essere più una leva per cercare di forzare la mano, più che una ipotesi concreta da parte di Cairo, la cui emittente ha un pubblico ormai selezionato e ben diverso.
Sky, che già trasmette l’evento grazie ad Eurosport, non sarebbe interessata a trovare uno spazio in chiaro sui suoi canali, oltretutto privando di spettatori uno dei suoi canali di punta, con il quale ha rapporti privilegiati, mentre a Mediaset non interesserebbe investire per una fascia oraria giudicata poco appetibile per la sua udienza. Oltretutto, sul tavolo (e qui è il grande punto di forza della RAI), bisogna anche considerare eventuali costi e mezzi di produzione. Un investimento non da poco, non solo in termini economici.
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